Mammut: ricostruire lo scheletro grazie alla stampa 3D
In Belgio si sta realizzando un lavoro gigantesco di stampa 3D: una ricostruzione a grandezza naturale del primo scheletro di mammut mai esposto in Europa. Si tratta di uno dei più grandi mammiferi terrestri che abbiano mai camminato sulla terra, di cui abbiamo già visto statue e copie gigantesche di mammuth stampate in 3D, ma nessuna di queste proporzioni. L’obiettivo del più grande progetto di stereolitografia di sempre è quello di permettere la ricostruzione fedele dello scheletro del mammut.
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Stampa 3D mammut: il progetto di Materialise
La stampa in 3D del mammut ha rappresentato una sfida significativa per gli ingegneri di Materialise, azienda belga specializzata nel settore. Gli esperti hanno scansionato ognuna delle 320 ossa del mammut nel museo di Bruxelles e in seguito hanno ricostruito digitalmente lo scheletro in collaborazione con paleontologi, per ottenere il massimo grado di accuratezza anatomica. La portata del progetto ha richiesto esperti di settori diversi, inclusi ingegneri, naturalisti e specialisti di finitura. C’è voluto più di un mese per ottenere la replica dello scheletro del mammut , date le sue dimensioni. Per la stampa delle ossa, sono state utilizzate nove stampanti stereolitografiche mammut di Materialise (che hanno lo stesso nome del gigantesco mammifero preistorico), appositamente realizzate per progetti di stampa di grandi dimensioni.
Stampa 3D Mammut: l’accuratezza anatomica
Lo scheletro originale presenta alcune imprecisioni che riflettono la conoscenza al momento del montaggio di 150 anni fa. La lunghezza della sua coda ora è dimezzata, dato che sappiamo essere più breve rispetto alle ipotesi iniziali. Allo scheletro di mammut originale mancano anche alcune ossa, inclusa la zanna sinistra. Fino ad ora è stata utilizzata una zanna di legno al posto di quella mancante, che è stata specchiata per ricreare fedelmente una copia dell’altra. Nello stesso modo è stata ricostruita la mascella superiore, mentre per le altre parti assenti, sono state adoperate informazioni ricavate da altri scheletri di mammut e riadattate in scala per questo esemplare. Grazie a tutti questi sforzi, il mammut stampato in 3D è più preciso dal punto di vista scientifico dell’originale.
Stampa 3D Mammut: l’esposizione dello scheletro
Il mammut stampato in 3D è ora esposto nella città belga di Lier, il luogo in cui i paleontologi hanno ritrovato il mammut originale. Dal 1869 il mammut era esposto al Royal Belgian Institute of Natural Sciences di Bruxelles. Dopo quasi 150 anni torna al suo luogo originale, anche se in una forma moderna. L’intero scheletro stampato in 3D è montato su una struttura interna robusta e leggera, che pesa solo 300 kg, quasi invisibile. Gli ingegneri hanno anche dovuto sviluppare una struttura di montaggio interna sofisticata in carbonio per lo scheletro, che sostituisce il sistema di montaggio esterno originale del XIX secolo. La stampa 3D si sta dimostrando sempre più uno strumento estremamente utile nel campo della paleontologia, permettendoci di studiare fossili senza danneggiare i preziosi originali e di collaborare virtualmente allo stesso fossile con i colleghi di tutto il mondo. Consente di sostituire parti mancanti di scheletri con pezzi fedeli alla struttura originale. Lo scheletro del mammut è il primo passo verso un utilizzo massiccio della stampa 3D all’interno dei musei, per quanto riguarda la ricostruzione dei fossili.
La stampa 3d per i musei è sempre più spesso usata anche per la copia delle opere, così come per riprodurre altri elementi antichi, ad esempio si usa la stampa 3d per ricambi d’auto d’epoca.
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